Sacco: (storia di) la rivoluzionaria e iconica poltrona Pop

IN FOTO: Zanotta, Poltrona Sacco Medium e Small – Vai al prodotto

 

1968: siamo in piena era Pop, il mondo è in fermento, tutti cavalcano l’onda di una cultura spumeggiante e anticonvenzionale. E tre giovani progettisti torinesi, con l’incedere di chi ha il futuro in mano, si presentano con un sacco in spalla davanti ad Aurelio Zanotta, protagonista del design anticonformista. Sono Piero Gatti, Cesate Paolini e Franco Teodoro, che portano con loro la mitica e rivoluzionaria poltrona Sacco. Un sacco a tutti gli effetti, in plastica e pieno di palline di polistirolo semi-espanso, plasmabile su qualsiasi posizione di relax, leggero e trasportabile.

Un vero azzardo, che in un lampo stravolge il concetto di seduta e riesce a fare tabula rasa con il passato del design (è la prima poltrona senza un struttura fissa). Colorata, leggerissima e “destrutturata”, la poltrona “fagiolo” come la definiscono negli States diventa subito emblema delle nuove generazioni dove sprofondare, immergersi, lasciarsi cadere e rilassarsi in piena libertà. Chi non ricorda la scena di Fracchia che scivola e sprofonda nella poltrona Sacco cercando di mantenere un certo contegno?

Sacco è l’emblema del relax informale e fuori dagli schemi, un inno al nuovo comfort e il simbolo travolgente del Radical Design che ribalta regole e consuetudini. Ma sa essere anche un oggetto esteticamente versatile, moderno e senza tempo. L’unica poltrona che sa plasmarsi sulle esigenze di chi si siede trasformando ciascuno di noi nel “designer” del proprio relax.

E’ proprio da qui che nasce la sua fama: dalla flessibilità assoluta unita al design di carattere, che la trasforma, ben presto, in un’icona assoluta. Non a caso nel 1970 Sacco conquista il Compasso d’Oro, due anni dopo viene esposta al MoMa di NewYork e oggi fa parte di numerose collezioni permanenti d’arte contemporanea o applicata (dal Musée des Arts Décoratifs di Parigi, al Victoria & Albert Museum di Londra al Triennale Design Museum di Milano).

Intramontabile e capace di rinnovarsi di continuo, oggi riesce a fare l’occhiolino persino alla nuova era digitale: con due versioni (Medium e Small) tutte nuove decorate da stampe digitali con scritte, geometrie 3d e grandi occhi ammiccanti… proprio come lei.

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