La bellezza di Marazzi nello sguardo di Ghirri

Si chiama Luigi Ghirri. The Marazzi Year 1975-1985  il nuovo libro nato dalla sinergia tra due firme altamente creative, Ghirri e Marazzi. Un omaggio all’arte, al design e al territorio, voluto fortemente da Marazzi che ha deciso, per l’occasione, di estrarre dal cassetto una serie di fotografie inedite conservate per decenni negli archivi del brand.

Il volume, che raccoglie 30 fotografie realizzate dall’artista nel corso dei dieci anni di sodalizio con l’azienda, non è destinato alla vendita, ma ha fatto da supporto al vernissage organizzato tra maggio e giugno 2021 dai Musei Civici di Reggio Emilia e ora al sito dedicato www.ghirri.marazzi.it, che nel tempo verrà arricchito di contenuti sempre nuovi.

“Essere riusciti a creare un appassionato sodalizio con un artista così sensibile, peculiare, attento alla materia come Luigi Ghirri è una ragione di orgoglio per tutta l’azienda” ha spiegato l’AD di Marazzi Mauro Vandini.

Per decenni le fotografie scattate da Ghirri per Marazzi sono state conservate gelosamente in azienda. “Oggi, per la prima volta, riemergono riunite in un volume e in un sito” aggiunge Cosimo Bizzarri, scrittore che ha editato il libro insieme al critico fotografico e curatore Francesco Zanot. “A certificare il successo di quella collaborazione tra un’azienda lungimirante e un artista che ha saputo rivolgere il suo sguardo geometrico e geniale, ironico e struggente anche su un oggetto bidimensionale, sottinteso per natura”.

Negli scatti esposti, infatti, Ghirri mostra la piastrella sotto una luce completamente nuova. A differenza delle campagne “canoniche”, in questo caso la piastrella viene interpretata liberamente trasformandosi via via in fondale ideale per una rosa, palcoscenico per un pianoforte, piedistallo per dei pastelli. 

“Trasformare la materia attraverso la forma, la luce e il colore per renderla viva: questo per Marazzi è fare ceramica” ha sottolineato Filippo Marazzi. E il fatto che la scelta di immortalarla sia stata affidata proprio all’obiettivo di Luigi Ghirri non è casuale.

“La ceramica”, commenta Luigi Ghirri a proposito del suo lavoro “ha una storia che si perde nella notte dei tempi. È sempre stata un ‘oggetto’ su cui si vengono a posare altri oggetti: i mobili, i gesti, le immagini, le ombre delle persone che abitano quegli spazi”. Da qui nasce l’idea di “spazio mentale di un momento” dove la piastrella si fa interprete e prima attrice.

Un lavoro accurato e studiato da Marazzi e Ghirri insieme con la volontà di rendere accessibile al pubblico l’intera opera del fotografo. Le immagini scelte, infatti, saranno protagoniste di un progetto espositivo su scala europea.

 

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