Rifugio La Marmotta, una tana di design in quota

IN FOTO: Arredi con immagini di Toiletpaper nel rifugio La Marmotta, Sauze d‘Oulx, Torino.

Metri 2.420 s.l.m., in uno spazio che sembra infinito si distendono cime e crinali innevati. Un panorama che emoziona e quasi commuove, soprattutto quando nello strano silenzio che circonda le nostre quattro mura sembra di respirare per un attimo quell’aria limpida e pungente. Fiduciosi che ci andremo presto, andiamo intanto a visitarlo nel suo, in questo caso, splendido isolamento.

Si chiama Rifugio La Marmotta – da queste parti d’estate le marmotte scorrazzano davvero – e si trova in alta Val di Susa in uno dei comprensori sciistici più famosi del Piemonte, la Via Lattea, un percorso di piste e sentieri che collega Sauze d’Oulx a Monginevro in Francia, passando per San Sicario, Sestriere, Cesana e Claviere. Qui si viene d’estate come d’inverno, con gli sci, le mountain bike o a piedi zaini in spalle, e motoslitte o fuoristrada, i mezzi fondamentali per la complessa gestione di uno dei rari punto di ristoro ad alta quota.

Il rifugio – uno zoccolo in pietra, due volumi in vetro e legno che si susseguono leggermente sfasati e le falde del tetto che declinano seguendo il pendio della montagna – si staglia nella posizione di guardinga sentinella della vallata. Un segno ben riconoscibile che reinterpreta la tradizione alpina dei rifugi in pietra e legno in chiave contemporanea, sostituendo le tipiche, piccole aperture di un tempo con grandi vetrate. La filosofia progettuale è quella del Passivhaus (la casa passiva letteralmente), il concetto di casa dal consumo energetico minimo grazie all’ottimo isolamento termico (tripli vetri compresi), lo sfruttamento del riscaldamento del sole e la ventilazione controllata con relativo recupero del calore.

IN FOTO: Il rifugio La Marmotta visto dalle piste di sci. Uno zoccolo in pietra, vetro e legno e l’inclinazione del tetto che segue il pendio.

Aperta nel 2018, la ricostruzione è stata curata da AB2ER architecture di Alessandro e Alvaro Baccon e Elena Rava, uno studio specializzato nell’architettura in alta quota e impegnato da un quarto di secolo in progetti improntati al complesso dialogo tra modernità e ambiente alpino.

Una sfida non meno importante per il team di architetti sono stati gli interni, perché se di giorno le grandi, spettacolari vetrate permettono di vivere appieno l’incanto della montagna, nel buio della sera (e magari fuori infuria la bufera) c’è bisogno di un ambiente intimo e accogliente, quello da tana e focolare, da vero rifugio insomma. Per rispondere a due situazioni così diverse, La Marmotta con il suo ristorante, bistrot e i salottini caffetteria si affida innanzitutto al calore del legno: pavimenti, soffitti, pareti, il bancone e i piani dei tavoli. Il legno naturale, in parte anche di recupero con le sue diverse sfumature e venature, crea tutto l’involucro e dispensa sensazione di benessere.
A completare l’atmosfera confortevole ci pensa il mix di alcuni pezzi anticonvenzionali decorati da Maurizio Cattelan con le immagini surreali di Toiletpaper per Seletti e una serie di poltroncine e pouf della collezione Feel Good, poltrone Guscioalto Soft in velluto color terra, divani e chaise longue Happy di Flexform. 
Noi non vediamo l’ora di passarci un’intera giornata, anche perché la cucina promette un menu che è tutto un programma. E sicuramente non ci sarà il problema di mantenere le dovute distanze.

DOVE: Rifugio La Marmotta, Via Case Sparse 15, Sauze d’Oulx (TO), Italia
FOTO: Courtesy Rifugio La Marmotta

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