L’
iconica sedia Spaghetti nata nel 1979 dalla matita di Giandomenico Bellotti continua a far parlare di sé. Una mostra l’ha appena celebrata in giro per il mondo (con sette pezzi unici reinterpretati da Alfredo Häberli) e lei, modello d’esordio dell’azienda Alias e prima sedia del marchio ad entrare nella permanente del MoMA di New York, continua a dimostrarsi attualissima. Arredo simbolo del razionalismo più puro e sempre squisitamente contemporaneo.
- Cos’è Spaghetti Chair, la sedia di Alias in metallo e tondino di PVC
- Cos'ha di speciale E’ essenziale, razionale, decisamente rigorosa. Eppure riesce a essere versatile e giocosa, come ci ha dimostrato il designer Alfredo Häberli con le sue sette inaspettate versioni.
- Com'è fatta Ha la struttura in acciaio, la seduta e lo schienale in tondino di PVC
- Di chi è l'idea Giandomenico Bellotti, architetto e designer industriale dal forte spirito razionalista, ha creato la versione originale nel 1979. I sette pezzi unici (nelle immagini sotto) sono proposti da Alfredo Häberli, designer nato in Argentina e trapiantato in Svizzera, che coniuga inventiva e bellezza per ridisegnare l’anima di oggetti vecchi e nuovi.
- Ci piace perché La sedia originale è un’icona senza tempo, sempre attualissima nella sua leggerezza rigorosa. E le interpretazioni di Alfredo Häberli, tra design e ironia, ci dimostrano com’è versatile, svelandoci le sue infinite anime: poetica (accoppiata o come panca), iper femminile (con seduta “slim” o gambe lunghissime), pragmatica (con seduta rasoterra o tavolino), ma sempre celebre (come il richiamo alla famosa sedia Mackintosh, nella versione con schienale allungato).