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ggi facciamo un viaggio in terre lontane. Seguiamo il filo rosso del design italiano fino nella Cina meno conosciuta per scoprire come la cultura italiana dell’abitare e un pezzo di storia del design siano entrati in una prestigiosa villa contemporanea a Changsha, un luogo distante dagli abituali percorsi turistici nel paese della seta.
Changsha è una metropoli di 6 milioni di abitanti, capoluogo dell’Hunan, una provincia della Cina centro-meridionale. Non è precisamente dall’altra parte del mondo, ma poco ci manca. Fatta di antiche pagode, casermoni popolari e ambiziosi progetti architettonici (dal grattacielo più alto del mondo al Centro Culturale di Zaha Hadid Architects), Changsha è una città dal mix culturale che ha attraversato lo spazio e i tempi fino ad arrivare al design moderno dell’Occidente nella sua espressione più raffinata. Un esempio dell’inarrestabile diffondersi e intrecciarsi di mondi diversi è questa grande villa che abbraccia la bellezza rigorosa ed essenziale creata dal made in Italy dagli anni Sessanta ad oggi.
Dall’esterno entra solo tanta luce, la villa chiude fuori dalla porta ogni confusione, quasi nascesse per antitesi alle trafficate strade metropolitane e ai suoi spazi soffocanti. Le pareti sono state ridotte al minimo per dare grande respiro all’ambiente e i pochissimi elementi decorativi sottolineano lo spazio con segni forti e decisi. L’approccio minimalista dell’interior design esalta i pochi pezzi che compongono l’arredo.
Nel living a doppia altezza - con una meravigliosa scala a chiocciola aperta che porta al piano superiore - la composizione di divani larghi e profondi (Tufty-Time di Patricia Urquiola per B&B Italia) si delinea chiaramente creando una grande isola, un luogo d’incontro ospitale e rifugio accogliente.
Siamo tentati a volte di pensare che arredare uno spazio grande sia più semplice da arredare, in realtà per esaltarlo davvero è necessaria la sensibilità di uno scenografo capace di “mettere in scena” i pezzi. Nella sala da pranzo sono due icone dell’illuminazione a determinare l’impatto visivo. Sullo sfondo grigio delle pareti che in un continuo diventano soffitto, si stagliano - preziosissime - la lampada 2097 disegnata da Gino Sarfatti nel 1958 e la celeberrima Arco di Achille e Pier Giacomo Castiglioni del 1962 (entrambe di Flos).
Aperta sulla grande sala da pranzo, la cucina è un allegro alternarsi di armadi contenitori e elettrodomestici dettato dalla funzionalità degli elementi che ruotano intorno all’isola centrale con il bancone snack. Per i pranzi con la famiglia al completo al tavolo della sala sono state scelte le sedie Papilio di Naoto Fukasawa. Disegnate all’insegna della leggerezza e del comfort, per il famoso designer giapponese sono “Una seduta con la forma che potrebbe avere il relax se fosse rappresentato da un’immagine”.
Non è certamente una scoperta che l’armonia e la bellezza siano un linguaggio estetico universale, un sentire comune capace di oltrepassare qualsiasi frontiera o barriera culturale e unire mondi lontani e molto diversi fra di loro. La villa di Changsha, la villa delle icone del design come abbiamo voluto chiamarla, ne è un’ulteriore conferma e una ragione in più per proseguire alla loro ricerca.

Project info
Villa in città
Luogo: Changsha, Repubblica Popolare Cinese
Fornitura d’arredo:
>> Brand Channel
B&B Italia
Progetto di interior design:
8c_art_space
Styling:
rogerliao.loro
Foto:
Courtesy B&B Italia
CreditsZhuhai