Il futuro di Joe Colombo alla GAM di Milano

“Il designer non disegnerà più solo con la matita, ma creerà con la collaborazione di tecnici, scienziati, professori e dottori e, in un futuro abbastanza immediato, con un cervello elettronico” diceva Joe Colombo, design tanto visionario quanto lungimirante. E infatti, a posteriori, non possiamo che dire “Caro Joe Colombo, ci hai insegnato il futuro” come dichiara la mostra in corso alla GAM Galleria d’Arte Moderna di Milano.

Curato da Ignazia Favata e organizzato da Suazes con l’archivio Joe Colombo e GAM, il percorso espositivo percorre il pensiero e i passi del designer verso le sue sperimentazioni tra tecnologia e materiali, a partire dalle sue prime esperienze negli anni Cinquanta (l’adesione al Movimento Arte Nucleare e l’approccio con il mondo industriale) fino agli Habitat Futuribili, come la sua casa in via Argelati a Milano o il Total Furnishing Unit progettato per MOMA.

Chi era Joe Colombo, il grande maestro che negli anni Settanta aveva già anticipato il futuro, si scopre nel racconto del suo approccio progettuale e nella sua capacità di sperimentare e cambiare continuamente. Il mondo di Joe Colombo, infatti, era un mondo in continua trasformazione perché il designer sapeva guardare avanti sempre con ottimismo: una filosofia che si rispecchia in ogni suo progetto, a partire proprio da casa sua, manifesto del suo pensiero, una “macchina abitata da piccoli arredi-robot” trasformabili in base alle esigenze.

Una filosofia che sapeva sconvolgere (basti pensare che fu lui a prevedere, a Gae Aulenti, che un giorno avremmo avuto tutti un telefono senza fili in tasca), perché nasceva da una profonda e irrefrenabile curiosità, che Joe Colombo coltivava e indirizzava verso qualunque cosa, dall’architettura alla musica, dalla montagna alla psicologia.

Sguardo sempre avanti, spinta innata all’innovazione, e la precedenza, sempre, alla funzionalità: Joe Colombo sapeva vedere in ogni oggetto diversi e possibili nuovi utilizzi. Immerso in schizzi e bozzetti progettava oggetti, ambienti, accessori integrando funzioni, modificandole, ribaltando volumi e strutture. Proponeva nuovi modi dell’abitare ed era (e rimane) un “profeta del design”, come l’hanno definito nel 2000 Stefano Casciani e Anna Del Gatto in una trasmissione televisiva della RAI.

Dove: GAM Galleria d’Arte Moderna via Palestro 16, Milano
Quando: fino al 4 settembre 2022

 

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